CONSENT MODE V2 – Perché è essenziale per il tuo marketing

L’implementazione della Consent Mode V2 è obbligatoria dal 6 marzo 2024 per tutti i siti web e le app che utilizzano i servizi Google (Google Analytics e Google ADS in primis) per raccogliere e utilizzare i dati degli utenti.

▶ Cos’è la Consent Mode V2

Prima di tutti spieghiamo in modo semplice cos’è la Consent Mode V2.

È il nuovo metodo con cui Google gestirà il consenso degli utenti e, di conseguenza, abiliterà/negherà il tracciamento dei dati di Google Analytics e Google ADS.

➡​ Perché questo cambiamento?

Perché con le nuove disposizioni GDPR (il Digital Marketing Acts per la precisione), Google sarà responsabile della tenuta del registro dei consensi (che ora è responsabilità solo degli utilizzatori del servizio, ovvero dei proprietari dei siti).
Dato che Google sarà responsabile, qualora non riceva indicazioni specifiche sul consenso fornito dagli utenti, lo considererà NON fornito e, quindi NON registrerà alcun dato.

▶ Perché è importante implementarlo

Una corretta e ragionata implementazione della Consent Mode V2 è importante

  • Per continuare a tracciare i dati anche qualora l’utente non fornisca il consenso esplicito, restando comunque in regola con il GDPR*
  • Per continuare a inviare dati di comportamento e conversione a Google ADS e quindi ottimizzare meglio gli algoritmi delle campagne di advertising attive
  • Per prepararsi in modo corretto al futuro cookieless, ovvero al momento in cui tutti i browser bloccheranno l’utilizzo di cookie di terze parti (utilizzati soprattutto per campagne di marketing e remarketing)

Quindi soprattutto se hai attive delle campagne Google ADS dovresti intervenire quanto prima perché parliamoci chiaro, l’equazione nel tracciamento dei dati in Google ADS è semplice:

Tracking errati >> dati errati >> scelte sbagliate >> budget sprecato

La corretta gestione della Consent Mode V2 ci permetterà di inviare i dati relativi ai consensi a Google e a continuare a tracciare dei dati anche qualora l’utente non fornirà un consenso esplicito, garantendo così l’invio di segnali agli algoritmi di ottimizzazione delle nostre campagne Google ADS e a Google Analytics*.

​➡​ Come implementare la Consent Mode V2

Esistono 3 modi per implementarla sul proprio sito o e-commerce:

  • tramite una CMP (certificate da Google) >> ovvero iubenda, Bookie Bot, ecc… Ideale per chi non ha know how e non ha una gestione di tracciamento avanzata
  • tramite GTM (Google Tag Manager) >> utilizzabile sia con, sia senza CMP (certificate e non certificate)
  • tramite Google TAG/SDK >> si tratta di una gestione avanzata, necessita di uno sviluppatore esperto

Esistono due diverse tipologie di implementazione:

  • basic: viene bloccato tutto a meno che l’utente non dia il consenso esplicito.
  • avanzata (consigliata da Google): se l’utente nega il consenso, i dati (quelli di Google) verranno comunque inviati ma in forma anonimizzata (ovvero non ricollegabili ad un utente specifico). IMPORTANTE: questo vale solo per i TAG di Google; tutti gli altri (Facebook, TikTok, LinkedIn, ecc..) saranno comunque bloccati.

▶​ Come funziona la Consent Mode V2

Di default tutti i consensi sono negati (situazione necessaria per essere in regola con il GDPR).
A seconda di quello che viene scelto dall’utente nella CMP, i consensi possono essere approvati o disapprovati.

In assenza di indicazioni (o in assenza di implementazione) Google bloccherà tutto. Per queto è essenziale gestirla nel modo corretto.

➡ Quali sono i vantaggi?

Migliori risultati per le campagne marketing
Una corretta implementazione permette di inviare i dati di accessi e conversioni anche in assenza di consenso esplicito da parte dell’utente.
Questo perché in caso di mancato consenso,  i dati vengono inviati in modo anonimo:

  • conversioni modellate di Google ADS
  • dati modellati in GA4
  • Google Signal viene bloccato

… se invece il consenso viene fornito, tutti i dati vengono inviati con dati identificativi dell’utente (ovvero lo scenario migliore a livello marketing).

▶​ Come funziona il “conversion modeling”

Abbiamo detto che i dati inviati in modo anonimo concorreranno comunque all’attribuzione delle conversioni e degli eventi. Ma come è possibile?

Google decide di attribuire le conversioni in modo aggregato (ovvero fa una stima delle conversioni degli utenti che non hanno fornito il consenso) basandosi su dei segnali aggregati e non identificativi dell’utente, fra cui:

  • tipologia di dispositivo utilizzato (smartphone, PC, ecc..)
  • tipologia di conversione (add to cart, acquisto, scroll, ecc..)
  • Paese
  • ora del giorno
  • tipologia di browser (Chrome, Firefox, ecc..)

NOTA: I dati modellati saranno attivi solo per quei siti con un buon numero di utenti (indicativamente 1000 al giorno).

➡ Come verificare se sto già gestendo la Consent Mode V2?

Puoi verificare facilmente se la Consent Mode V2 è implementata sul tuo sito o e-commerce: puoi cercare se nei sorgenti della pagina web appare la gestione del relativo tag:
gtag(‘consent’,
… chiaramente non è sufficiente per capire se è gestita in modo corretto o meno, ma è un primo step per verificare se quantomeno è inizializzato.

▶ Quale implementazione scegliere?

Lato marketing l’implementazione avanzata è sicuramente quella migliore, ma invitiamo a consultare il proprio DPO*.
L’utilizzo di una CMP certificata (in Digital Zoom utilizziamo Iubenda) può semplificare il lavoro.

✅​ Ti serve aiuto?

Se ti serve aiuto per verificare se il tuo sito è già configurato correttamente, oppure se vuoi supporto per implementare la Consent Mode V2 in modo da continuare a tracciare correttamente visite e conversioni (soprattutto se hai una campagna Google ADS attiva), compila il seguente form:

    Per cosa utilizzi principalmente il servizio:

    Quale servizio utilizzi?

    Google AnalyticsGoogle ADSFacebook/Instagram ADSLinkedin ADSTikTok ADSAltro

    Indica il link al tuo sito o e-commerce:

    Come preferisci essere contattato?

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    * Data la delicatezza dell’argomento e le diverse interpretazioni che si possono dare a questo argomento, consigliamo sempre di chiedere un parere al proprio DPO o a un consulente specializzato in Privacy e GDPR.